Villa Adriana è costituita da un eccezionale complesso di edifici classici che combinano elementi architettonici egizi, greci e romani. Per costruire la villa, destinata ad essere la residenza suburbana dell’Imperatore Adriano, servirono circa vent’anni, tra il 118 e il 138 d.C., e vennero impiegate tecniche avanzate di costruzione e di idraulica. Essa sorge su un pianoro tra i due affluenti del fiume Aniene nella piana sottostante Tivoli, a est di Roma. L’imperatore scelse tale posizione per numerosi fattori: la grande ricchezza d’acqua e di vegetazione della zona, la vicinanza con Roma, (sole 17 miglia romane, ovvero 28 chilometri) e il collegamento della via Tiburtina. Inoltre, la posizione rialzata e panoramica, situata tra due affluenti dell’Aniene, la rendeva un sito strategico, agevole e allo stesso tempo facilmente difendibile e controllabile. Il progetto architettonico della Villa, considerata la regina delle Ville imperiali dell’antica Roma per l’imponente grandiosità dell’architettura, rappresentava una vera e propria città, estesa su un’area di circa 120 ettari e divisa in quattro nuclei: gli edifici di rappresentanza e termali, il Palazzo imperiale, la residenza estiva e la zona monumentale. La Villa riproponeva gli spazi della città romana ma anche le province dell’Impero, per questo viene definita come una città ideale, in cui le parti si accordano in una grande descrizione simbolica del mondo mediterraneo dell’epoca di Adriano. In ricordo dei viaggi di Adriano nelle province, gli edifici monumentali sono dedicati alla Grecia, all’Egitto, alla Siria: ad esempio, il Pecile ripropone la Stoà di Atene, il celebre porticato sotto cui si discuteva di filosofia e scienza. Oltre al Palazzo imperiale, vi erano templi, biblioteche, teatri, terme, ninfei, l’odeon, l’arena, l’accademia e poi parchi, magazzini e alloggi per la servitù e le guarnigioni. L’apparato decorativo e scultoreo era di altissimo livello: ovunque troviamo statue, giochi d’acqua, colonnati, marmi pregiati, affreschi, stucchi e mosaici policromi. Adriano, che possedeva una personalità poliedrica, si dilettava di diverse arti, tra cui musica, architettura, letteratura, filosofia ed era convinto della missione universalistica dell’impero. Con questa visione egli aveva progettato per la sua Villa ampi spazi a giardino, in un’ottica di dialogo tra architettura, paesaggio, e giardino artificiale. La presenza di vigneti e oliveti, impiantati successivamente nei secoli seguenti, divenne parte dell’immagine della Villa e fornì da esempio per i giardini rinascimentali. L’uso di statue e il ruolo fondamentale dei giochi d’acqua, talvolta anche molto complessi, costituirono, inoltre, un modello per i giardini nobiliari rinascimentali, ispirati al gusto antico. Con il declino dell’Impero, la Villa subì varie razzie e per molti secoli venne lasciata in stato d’abbandono e sfruttata come cava di materiali da costruzione. Il prodigioso patrimonio di statue venne spogliato via via da papi e cardinali, a partire dal Cinquecento. Soltanto alla fine del XIX secolo, quando la Villa entrò nel patrimonio del Regno d’Italia, iniziarono le prime opere di recupero sistematiche, che si protrassero per tutto il XX secolo, coinvolgendo specialisti archeologi internazionali. Sono ancora in corso scavi e studi, poiché non è stata chiarita la funzione di tutte le strutture. Villa Adriana ebbe un ruolo fondamentale per la riscoperta dell’architettura antica ad opera degli umanisti del Cinquecento. Per tutto il Rinascimento svolse un ruolo fondamentale per la riscoperta dell’arte e dell’architettura antica e venne visitata dai più geniali artisti italiani. Nei secoli seguenti, la Villa fu amata dai viaggiatori sei-settecenteschi per il suo paesaggio, con le rovine che emergevano tra i tralci di viti, tra gli olivi o tra le fronde selvatiche.
Riconoscimenti
Patrimonio mondiale UNESCO
Informazioni responsabile
Sempre a Tivoli, a far compagnia a Villa Adriana, troviamo diversi punti di interesse turistico e culturale. Villa d’Este, voluta dal cardinale Ippolito d’Este, figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia, che purtroppo ebbe a malapena il tempo di godersi l’inaugurazione della villa nel settembre del 1572, alla presenza di papa Gregorio XIII: morì infatti il 2 dicembre dello stesso anno. La Villa Gregoriana, rinominata dal FAI dopo il restauro Parco Villa Gregoriana, è un’area naturale di grande valore storico e paesaggistico che si trova nella valle detta anticamente «Valle dell’inferno», scavata ai piedi dell’antica acropoli di Tivoli dall’Aniene, nel luogo in cui il fiume entra nella campagna romana. Il sito è noto soprattutto per ospitare la Grande Cascata, e si può considerare un particolarissimo esempio di giardino romantico, per la sua conformazione e per la corrispondenza con il gusto dell’estetica del sublime. A ovest di Tivoli, troviamo Roma (link meraviglia italiana-centro storico di Roma) col suo centro storico, anch’esso Patrimonio UNESCO, con le sue opere (edifici civili e religiose, sculture, dipinti) di impareggiabile valore artistico, edificate nell’arco di quasi tre millenni di storia e che oggi sono simbolo della città.