“Vagni”

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“Vagni”

Centuripe

Beni culturali

Centuripae, un antico centro siculo ellenizzato, sorgeva nello stesso sito dell’omonima cittadina moderna: nel punto più elevato di una catena di colline ai margini della Piana di Catania, lungo l’itinerario che collegava Catania ad Enna. Durante l’età Repubblicana Romana, la città, che detenne rapporti privilegiati con l’Urbe, divenne una delle più fiorenti in Sicilia. A giudicare dalle numerose fattorie sparse nel territorio circostante ed anche dalla presenza, in area urbana, di numerose sculture marmoree e di edifici in opera cementizia, una tale, favorevole, situazione economica si dovette protrarre almeno fino ad età medio imperiale. Uno degli edifici più importanti di età imperiale, viva testimonianza del genio architettonico romano, si trova in contrada Vagni, a quindici minuti di cammino dall’abitato. Il toponimo “Vagni”, piuttosto comune in Sicilia, quando fu citato per la prima volta in connessione con il rudere di Centuripe, era utilizzato per designare luoghi in cui era presente una certa quantità d’acqua: è verosimile che esso derivi dalla presenza di acque e non da una improbabile dotta attribuzione delle rovine ad un impianto termale. Due sono le opinioni prevalenti riguardo alla destinazione originaria del monumento: un lembo di un edificio termale originariamente esteso nell’aera era occupata dal burrone; un ninfeo a facciata, quasi integralmente conservato, costruito sul ciglio del burrone, preesistente. La prima ipotesi risale al XVIII secolo. Allora, solo Jean Houel dubitò della destinazione termale del complesso, ma pensò, comunque, a resti di strutture chiuse e non ad un ninfeo a facciata, come gli è stato erroneamente attribuito. In assenza di ulteriori indagini, dopo quelle di Guido Libertini, l’edificio offriva pochi elementi diagnostici riconducibili ad un ninfeo. Il monumento è stato datato tra la seconda metà del II e la prima metà del III secolo d.C. Successivamente, perduta la sua funzione originaria, non fu abbandonato prima dell’età medievale. Durante questa fase furono asportati i laterizi con cui era stato costruito il canale di deflusso della piscina absidale. A partire dal XVI secolo, quando Centuripe fu rifondata dopo oltre tre secoli di abbandono, l’edificio ha subito una costante opera di spoglio protrattasi fino ai nostri giorni.

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