“U Presepiu Viventi” è da più di un decennio una realtà che si va sempre più caratterizzando come tradizione culturale, oltre che religiosa, del nostro piccolo centro. Ambientato lungo una affascinante scalinata che scende verso valle del centro abitato, per il realismo magico che lo connatura, esso richiama migliaia di visitatori sia “Resuttanesi” (abitanti del Comune di Resuttano), ma soprattutto, provenienti dai paesi viciniori e perfino da altre regioni, dove l’eco di questa meravigliosa creazione è arrivata. “U Presepiu Viventi” è, oramai, una realtà della Provincia di Caltanissetta, poiché è uno dei pochi comuni che realizza questa Sacra Rappresentazione con il coinvolgimento dell’intera comunità (famiglie, gruppi, scuole, volontari, giovani, ecc.) sfruttando il vecchio quartiere del centro storico ubicato a ridosso della Chiesa Madre che si adatta armonicamente all’ambiente che si vuol creare di luoghi particolari come la “Grotta della Natività”, “la filanderia”, “la locanda”, “la taverna”, “il cestaio”, ecc., facendo rivivere ai visitatori, principalmente ai giovani, momenti di vita remota. Si crea così un’atmosfera suggestiva ed accattivante che coinvolge il visitatore e lo rende, oltre che spettatore, attore nell’ambiente nel quale si muove insieme ai personaggi che animano le varie scene. Il Presepe, animato da un centinaio di persone tra bambini, giovani e adulti, riproduce all’interno di vecchi e caratteristici fabbricati e all’esterno molti degli antichi mestieri. In particolare, vengono allestite alcune decine di scene che si snodano dall’ingresso situato nella Via Muratori fino ad arrivare in Piazza Roosevelt nelle quali è possibile ammirare: il lavoro di “filande” (filatrici), “furnara”, (fornai), “pastara” (chi fa e vende pasta), “virdurara” (venditori di frutta e verdura), “picurara” (pastori), “lavannara” (lavandaie), “piscatura” (pescatori), “cistara” (cestai), “furgiara” (fabbroferrai), “scarpara” (calzolai), “lignamara” (falegnami), “ciramitara” (fabbricatori e venditori di vasi in terracotta e ceramica) e “cicirara” (donne che tostano i ceci). E’ così tra vecchi “tulara”, “maidde”, “maidduna”, “panara”, “carteddi”, “gistri”, “minnuli”, “ciciri caliati”, “favi pisciati”, “picuri”, “agniddi” e “crapi”, i visitatori riscoprono l’atmosfera del passato permeata dalla luce della sacralità che culmina nella scena della natività allestita, con molta cura, in Piazza Roosevelt, ove San Giuseppe, Maria e Gesù Bambino accolgono, il giorno dell’ Epifania, i doni portati dai Re Magi.