La Villa Romana del Casale, a Piazza Armerina, in Sicilia, è l’esempio supremo di villa di lusso romana tardo-imperiale e simboleggia l’utilizzo del territorio da parte dei Romani in quanto centro della grande proprietà sulla quale si basava l’economia rurale dell’Impero d’Occidente. La Villa del Casale è una delle più lussuose del suo genere ed è famosa per la ricchezza e qualità dei suoi mosaici (IV secolo d.C.), che vengono riconosciuti come i mosaici romani in situ più belli. La Villa con il suo tesoro musivo testimonia le abitudini di vita della classe dominante romana e mostra le influenze reciproche tra le culture e gli scambi nel Mediterraneo antico – tra mondo romano e area nordafricana. La Villa continuò ad essere abitata ancora In epoca bizantina e altomedievale (V-VII secolo) e nel periodo arabo-normanno (X-XII secolo) era ancora frequentata come emporio e centro agricolo. Tra il XIV e il XV secolo si ha notizia di un centro agricolo di nuovo sorto nell’area, dopo le devastazioni dei secoli precedenti, denominato il Casale, da cui proviene l’odierna denominazione dell’area archeologica. Seguirono poi ulteriori danneggiamenti e alluvioni ed i conseguenti smottamenti, che coprirono molte zone del complesso, determinarono l’abbandono definitivo dell’antico insediamento romano ma allo stesso tempo furono indispensabili per la conservazione dell’eccezionale apparato musivo della Villa. La villa si sviluppa in 48 ambienti (circa 3500 metri quadri di superficie) ricoperti da mosaici in perfetto stato, forse eseguiti da maestri africani, che permettono di ripercorrere la storia del più grande fra gli Imperi, con le scene di vita quotidiana, le raffigurazioni di eroi e divinità, le scene di caccia e di giochi. La Villa del Casale rappresenta dunque una fondamentale testimonianza per la comprensione della vita e della civiltà romana di cui ci offre, grazie alla perfetta conservazione degli ambienti e delle rappresentazioni musive, un inimitabile affresco.
Riconoscimenti
Patrimonio Mondiale UNESCO
Informazioni responsabile
A circa dieci chilometri di distanza da Piazza Armerina, si trova il piccolo centro di Aidone, il cui Museo Archeologico custodisce la Venere di Morgantina, una straordinaria statua ciclopica alta più di due metri. È scolpita nella pietra e risale al 420 a.C. Fu trafugata nel 1979 e in seguito giunse al Paul Getty Museum di Malibu, in California; dopo un lungo contenzioso tra Stati Uniti e Italia, è tornata nella sua terra d’origine. Di rilevante importanza è anche il vicino sito archeologico di Morgantina, fondata nell’XI secolo a.C. da una tribù sicula e dominata dai greci dal VI secolo a.C. E’ un luogo straordinario in cui è racchiuso l’antico passato della città: sulle stradine di sassi, si affacciano le botteghe, l’agorà, il teatro e il gymnasium. Un piccolo gioiello sorvegliato all’orizzonte dal possente profilo dell’Etna.