Questo palazzo nasce nel ‘700 come sede dell’antica regola di Lizzana (leggi: Comune), passa poi di mano in mano e dopo decennali trattative finalmente nel 2017 è stato acquisito dal Comune di Rovereto. Nel 1728 il palazzo fu acquistato dalla famiglia Betta e trasformato in una residenza nobiliare. Nel 1899 entra in possesso della famiglia Grillo. Il piano nobile di Palazzo Betta-Grillo risulta estremamente rappresentativo della raffinatezza e del lusso che si erano diffusi nelle abitazioni patrizie di Rovereto nel corso del ‘700. L’edificio è ricco di stucchi, tappezzerie d’epoca, arredi originali e opere d’arte, tra le quali spiccano sette grandi tele dipinte da Gasparantonio Baroni Cavalcabò (1682-1759) con la collaborazione del cugino Giovanni e quattro splendidi dipinti parietali realizzati da Giovanni di Dio Galvagni (1763-1819). I pregevoli stucchi e cicli pittorici che si trovano al suo interno testimoniano l’amore per l’arte e l’elevato livello culturale della committenza, elementi chiave di un periodo contraddistinto da una grande vivacità intellettuale e floridità economica.