Necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia

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Necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia

Tarquinia

Siti Culturali

Il sito comprende le due necropoli della Banditaccia e Monterozzi, i principali cimiteri delle antiche città-stato etrusche di Cerveteri e Tarquinia. Complessivamente hanno fornito gran parte delle scoperte archeologiche legate a questa civiltà nel corso di nove secoli. La necropoli vicino Cerveteri, nota come la Banditaccia, contiene migliaia di sepolcri organizzati in modo simile ad una pianificazione urbana, con strade, piazzette e quartieri. Il sito, vasto 20 ettari, risale al nono secolo a.C. e contiene tipologie disparate di sepolcri: trincee scavate nella roccia; tumuli, spesso contenenti più di una tomba; ed altri, sempre scavati nella roccia, a forma di capanne o casette, con strutture riccamente dettagliate. La necropoli della Banditaccia, una della più grandi dell’antichità, è una riproduzione della “città dei vivi”. Poiché ci rimangono solo poche testimonianze scritte sugli etruschi, questo sito rappresenta un eccezionale esempio dell’architettura domestica etrusca dalle origini fino al periodo ellenico. La necropoli di Tarquinia, conosciuta anche come Monterozzi, contiene 6000 sepolcri scavati nella roccia. Con i suoi 130 ettari, è il complesso più esteso che si conosca. Tarquinia è conosciuta per le sue 200 tombe dipinte, della quali la più antica risale al settimo secolo a.C. Questi dipinti sono l’unica importante testimonianza di arte classica del periodo pre-romano esistente nel bacino del Mediterraneo. Complessivamente, i cimiteri etruschi di Cerveteri e Tarquinia costituiscono rare e preziose testimonianze di questo popolo che instaurò la prima civilizzazione urbanizzata nel Mediterraneo occidentale, sopravvissuta per circa 700 anni dall’ottavo al primo secolo a.C., nei territori dell’Italia centrale che vanno dal Lazio alla Toscana.
Riconoscimenti
Patrimonio Mondiale UNESCO
Informazioni responsabile
A poca distanza da Cerveteri, Bracciano situato su un’altura che domina la sponda sudoccidentale dell’omonimo lago. Il centro storico, tardomedievale, è ben conservato ed è dominato dall’imponente castello Orsini-Odescalchi, le due famiglie cui è legato il periodo storico (XV-XVIII secolo) di maggior splendore di Bracciano. Fatto costruire dagli Orsini nella seconda metà del Quattrocento, il castello è un edificio pentagonale con massicci torrioni merlati uniti da un cammino di ronda da cui si gode un ampio panorama sul lago. Interesse monumentale hanno anche alcuni edifici religiosi, tra cui la chiesa di Santo Stefano (XVI-XVII secolo) e la chiesa barocca di Santa Maria Novella. A soli 40 minuti da Tarquinia, in provincia di Viterbo, troviamo il centro storico della città capoluogo: Viterbo, città incantevole dal fascino medievale, la cui massima espressione si ritrova nel quartiere di San Pellegrino. Nella città è facile perdersi per stradine strette, vicoli lastricati e decorazioni in tufo. Da non perdere la Cattedrale di San Lorenzo e la chiesa di Santa Rosa. Tra i palazzi si ricorda Palazzo dei Priori, costruito a partire dal 1264; pensato inizialmente come residenza vescovile, dal Rinascimento è diventato vero centro sociale e istituzionale della città, ruolo che ricopre ancora oggi. Ancora il gotico Palazzo Papale, che spicca per la loggia ornata da sette archi acuti polilobati, è uno dei monumenti principali della città di Viterbo, traccia del periodo durante il quale la città divenne sede pontificia (ruolo che mantenne per 24 anni). Costruzione affascinante, ancora conserva molto bene delle strutture peculiari. L’Aula del Conclave è famosa per aver ospitato il primo e il più lungo conclave della storia, cioè quello del 1268-1271, durato ben 1006 giorni. Essa è stata anche teatro, dunque, di una nomina papale. A Viterbo, ogni anno il 3 di settembre si rinnova la tradizione del Trasporto della Macchina di Santa Rosa, patrona della Città. La Macchina, che ad oggi assume la forma di un’imponente torre illuminata da fiaccole e luci elettriche, è Patrimonio UNESCO dal 2013.

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