Museo Farmacia

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Museo Farmacia

Roccavaldina

Beni culturali

MUSEO FARMACIA Roccavaldina, conserva ancora oggi, sufficientemente integro e unico in Sicilia, un corredo farmaceutico del XVI secolo ospitato in una piccola ma suggestiva “bottega” medievale situata nella piazza del paese, proprio di fronte al castello-palazzo appartenuto alla famiglia Valdina, marchesi di Rocca. LE NOTIZIE: La collezione è composta da 238 vasi, suddivisi in: anfore, albarelli grandi, medi e piccoli, fiasche e brocchette, su molti di essi sono dipinte scene bibliche mitologiche e storiche tratte da originali bozze degli affreschi di Raffaello nelle Logge Vaticane Mancano sui vasi le descrizioni delle scene, ad eccezione di un albarello grande su cui è scritta la dizione “Como Giove si converse in toro e rapì Uropa”. All’interno della Farmacia si trovano altri vasi oltre quelli dei Patanazzi, aggiunti successivamente, di varia fattura, e dei mortai, degli alambicchi, un bilancino, dei filtri ed altro materiale d’epoca. Della scaffalatura non si hanno notizie, la parte frontale e le scansie laterali alte sono originali dei primi anni del 1600, in base agli intarsi gli esperti la fanno risalire proprio all’epoca in cui i vasi furono portati a Rocca. Il portale d’ingresso in pietra è originale, con la forma ad arco, il cosiddetto “arco di bottega”, col davanzale sporgente per l’esposizione delle mercanzie. Il portone era di legno, diviso orizzontalmente in due parti, la parte inferiore rimaneva chiusa, aprivano solo la parte superiore per la consegna delle medicine agli acquirenti che restavano fuori a distanza dai farmacisti, in modo da evitare il rischio di contagio. L’unica collezione al mondo che può stare al pari di Roccavaldina si trova a Loreto ed è quella del Tesoro della Santa Casa di Loreto. LA STORIA: I vasi sono stati modellati nel 1580 nella Bottega di Mastro Antonio Patanazzi ad Urbino, un’anfora sulla base triangolare porta la dicitura “M. ANTONIO PATANAZI URBINI 1580” Su tutti i vasi è presente lo stemma di Cesaro Candia: scudo troncato con fascia arancione mediana, una banda arancione su turchino nella parte inferiore, una colomba bianca e tre stelle arancione su turchino nella parte superiore. Su molti degli albarelli grandi e medi nella cornice dello scudo è dipinto il nome: Cesaro Candia. Tra i nobili dell’epoca non risulta alcun Cesaro Candia. Alcuni studiosi sostengono che questi, probabilmente, fosse un commerciante messinese che lavorava sulla piazza di Palermo, il quale acquistava i vasi ad Urbino e li rivendeva in Sicilia, altri ricercatori dicono, invece, che il Candia era uno speziale messinese. Dal 1580 al 1627 non si hanno notizie della collezione. Nel 1628 la collezione venne acquistata, ad un’asta pubblica a Messina, da un roccese, Don Gregorio Bottaro, per 400 onze e pagata in 4 rate, da un mercante un certo Beninato o Beninati. Don Gregorio Bottaro donò il corredo di maioliche alla Confraternita del SS. Sacramento di Rocca con l’onere per quest’ultima di dover fare la dote a tutte le ragazze povere del paese. Al centro della scaffalatura originale degli inizi 1600, si può notare lo stemma della Confraternita, il quadro che raffigura l’Ostensorio del SS. Sacramento. La Confraternita affittò la Farmacia a diversi erboristi che si succedettero nel tempo, fino al 1852, anno in cui si presume la farmacia cessò di funzionare. L’ultimo erborista fu il Dott. Andaloro. Nel 1862 il corredo passò alla Congregazione di Carità che detenne i vasi fino al 1937, successivamente furono ceduti all’ECA (Ente Comunale Assistenza). Fra il 1966 e il 1967 tutta la collezione è stata restaurata a Faenza. Dal 1979 è di proprietà del Comune di Roccavaldina. I VASI PERDUTI E “RITROVATI”: Altri vasi della Farmacia di Roccavaldina prodotti dai Patanazzi, si trovano: – nel Museo Internazionale di Faenza: n° 1 anfora da mostra proveniente dalla collezione Spitzer e n° 1 albarello proveniente dalla donazione Mereghi; – al Waddesdon Manor in Inghilterra: n° 2 albarelli; – in Francia nel Castello d’Anet: n° 3 albarelli e nel Museo di Cluny : n° 2 albarelli; – nel Museo Duca di Martina alla villa Floridiana di Napoli: n°1 brocchetta; – un anfora apoda è apparsa sul mercato antiquario nel 1991 ed un’altra è in possesso di un privato. I VASI “DONATI”: Nel 1690 il viceré Duca D’Uzeta richiese, esplicitamente al Principe Valdina, alcuni vasi della spezieria di Rocca dopo avere avuto notizie della loro alta qualità e bellezza. Del desiderio espresso dal viceré, vengono subito informati i procuratori della Madre Chiesa di Rocca responsabili della Spezieria, perché mettano i vasi in casse con paglia e così ben confezionati, sarà poi cura di due uomini di fiducia del principe, caricarli sull’imbarcazione che li porterà a Palermo. Per rendere l’urgenza della richiesta, avverte che “tali comandamenti non si può sfuggire di eseguirli ma conviene ubbidirli alla cieca“. La prima richiesta dei vasi è del 24 luglio 1690 e già l’8 agosto c’è un primo sollecito perché “ogni momento da palazzo mi viene richiesto che nuova vi sia di essa detta cascia“. Il 12 agosto il Principe conferma l’arrivo a Palermo dei vasi ma il 23 dello stesso mese, il vicerè ne richiede altri e si raccomanda di sceglierli fra quelli senza difetto e ben grandi, ma sembra che non siano stati inviati. Sicuramente, quindi, alcune maioliche tra le più belle, furono portate in Spagna dal Viceré. SCENE DIPINTE SUI VASI SCENE BIBLICHE: Abramo e Isacco, Acquisto di grano – Storia di Giuseppe e dei suoi fratelli, l’Arcangelo che scaccia il Diavolo sulle fiamme, Gesù sulla strada di Emmaus, Giuditta dà alla fante la testa di Oloferne, Giuseppe e la moglie di Putifarre, Il Diluvio Universale, il ritorno del Figliol Prodigo, la processione dell’Arca Santa mentre il Tempio crolla, le nozze di Cana e Lot e le figlie. SCENE MITOLOGICHE: Pan scopre Siringa dormiente, Pan Siringa e putto, Mirra dà alla luce Adone, Apollo e Dafne, Apollo seduto presso Dafne trasformata in alloro ed Eros saettante, n° 02 Apollo e le Muse, Atteone – Diana e le ninfe, Atteone e le ninfe, Diana cacciatrice e dietro le muse, Bacco e seguito con carro trainato da Felici ed Arianna che lo attende, Bacco su una botte, Bacco e amorini su carro tirato da tigri, Callisto, Danae e la pioggia d’oro, Danae e amorino, Giove manda la pioggia d’oro a Danae che la raccoglie nel grembiale; amorino appresso e paesaggio, Putto e cesto con Perseo in fasce, Edipo e la sfinge, Ercole e Anteo ed Ercole ruba le vacche, Ercole abbraccia una donna e due amorini, Ercole e Anteo – Ercole ed il drago – Ercole ed il toro cretese, Fillira e Saturno trasformato in cavallo ed Eros saettante, Giunone su carro tirato da cigni, N° 02 il giudizio di Paride, Il Toro si presenta ad Europa e alle sue amiche, Ratto d’Europa, Europa sale sul Toro e saluta le amiche, le tre Grazie e divinità fluviali, Allegoria dell’ambizione, donna con doppia corona seduta sull’Idra e molti re in adorazione, Allegoria dell’ambizione, personaggi coronati e no in costume cinquecentesco davanti ad una donna con doppia corona seduta su un’Idra ed in atto di porgere una coppa, Mida giudica la sfida tra Apollo e Marsia con le Muse – Pan e satiri, Mida giudica la sfida tra Apollo e dietro Marsia scorticato, Mida giudica la sfida tra Apollo, Marsia scuoiato e Mercurio parte con la siringa, Nausicaa alla fonte con le compagne, Nettuno su carro tirato da cavalli marini Anfitrite ed Eros, Nettuno che si avvicina ad Anfitrite ritta in piedi con Eros appresso, Nettuno su carro ed Anfitrite, Nettuno ed Anfitrite su carro tirato da due cavalli, Anfitrite ed Eros ed una ninfa ai lati Pan con un drago ed Anfitrite su cavallo marino, Nettuno su carro ed Eros saettante e Anfitrite nel retro Nettuno ed Anfitrite abbracciati su carro, Peleo e Teti, N° 02 Piramo e Tisbe, Venere attende le frecce nella fucina di Vulcano, Venere su conchiglia e amorini, Venere ed Eros in mare, Venere nella fucina di Vulcano, Venere – amorino – Vulcano e aiuti – amorino e cigno, Venere su carro con amorini. SCENE STORICHE: Dante con Virgilio e sfondo architettonico, Camillo libera Roma dai Galli e dietro combattenti dopo saccheggio, Cesare riceve notabili e dietro pagamento del soldo alle milizie, Cesare riceve Seniores Captivi, Cesare in trono riceve i Messapi, Cesare in trono riceve omaggio dai soldati, N° 08 Cesare riceve notabili, Cesare laureato – seduto a destra – riceve omaggio dai soldati, Cesare laureato – seduto a destra – riceve omaggio dai nemici, Coriolano incontra la madre, Diogene ed Alessandro coronato a cavallo, Romolo e Remo, Siface condotto in prigione. SCENE VARIE: Satiro e Ninfa, due donne si salutano, un uomo reca una fiasca e due vecchi, menadi dietro una tenda, porticato animato e fondo architettonico, accampamento e figure, personaggi in adorazione del fuoco sull’ara, conversazioni all’aperto di giovani donne e giovanetti con strumenti, vecchio su asino accolto da sacerdote e due soldati, le Muse con strumenti musicali, accoppiamento ed amorini, quattro donne ignute con vasi accompagnate da portatore di un fascio di legna, tre condottieri giurano fedeltà, militi a colloquio, giovane in trono sotto baldacchino che riceve giovanetti, donna con fanciullo in atto di offrire una coppa ad un uomo in gruppo, allegoria dell’inverno.

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