Le città d’arte barocche della Val di Noto

Home > Meraviglie > Le città d’arte barocche della Val di Noto
Condividi:

Le città d’arte barocche della Val di Noto

Noto

Siti Culturali

Durante la dominazione araba Noto aveva funzione di ‘capovallo’, cioè di centro amministrativo di riferimento, da cui Vallo o Val di Noto. Il Vallo, in arabo waal o wali, era un distretto amministrativo. Le otto città che fanno parte del sito, Caltagirone, Militello Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa e Scicli, si trovano nel sud est della Sicilia. Tutte furono ricostruite dopo il terribile terremoto del 1693, che rase letteralmente al suolo interi centri abitati, devastando completamente la memoria urbanistica della zona. Il volto attuale di quest’area dell’Isola è dunque il risultato di una ricostruzione di città pensate come opere d’arte, capolavori dell’architettura tardo barocca del XVII secolo. Il sito, che rappresenta il culmine del Barocco in Europa, comprende tre interi centri storici, Caltagirone, Noto and Ragusa, alcune specifiche aree urbane di Catania e Scicli e alcuni monumenti isolati di Modica, Palazzolo Acreide and Militello Val di Catania. I sontuosi ed eleganti palazzi, le chiese dai preziosi interni e dalle stupefacenti facciate intarsiate, le trame urbane intessute secondo un unico stile, rendono questa zona sud orientale della Sicilia un eccezionale esempio di influenza architettonica sul territorio e rappresentano una delle massime espressioni al mondo del Tardo Barocco europeo. Lo stile che viene comunemente chiamato “barocco del Val di Noto” si distingue da una città all’altra soprattutto per l’utilizzo dei diversi materiali usati per la costruzione. Il barocco grigio-scuro di Catania, dovuto all’uso della pietra lavica, è ben diverso da quello luminoso color miele di Noto.
Riconoscimenti
Patrimonio Mondiale UNESCO
Informazioni responsabile
Sempre nella Val di Noto, Siracusa (link meraviglia italiana-siracusa), posta sulla costa sud-orientale dell’isola, possiede una storia millenaria: la sua fondazione avvenne intorno all’anno 734-733 a.C., ad opera dei Corinzi. Annoverata tra le più vaste metropoli dell’età classica, primeggiò per potenza e ricchezza con Atene, la quale tentò invano di assoggettarla. Numerose le personalità influenti accolte al suo interno, come Platone che, giungendovi per ben tre volte, cercò di instaurarvi lo Stato ideale della Repubblica. Patria di artisti, filosofi e uomini di scienza, diede i natali, tra gli altri, al celebre Archimede. Fu conquistata dall’antica Roma nel 212 a.C. e Cicerone, nel I secolo a.C., la descriveva ancora come la «più grande e la più bella città greca». In provincia di Siracusa, Pantalica, o meglio le Necropoli Rupestri di Pantalica, sono una località naturalistico-archeologica il cui nome sembra derivare dall’arabo “buntarigah”, che significa grotte, per l’ovvia presenza di molteplici grotte naturali e artificiali. Costituisce uno dei più importanti luoghi protostorici siciliani, utile per comprendere il momento di passaggio dall’età del bronzo all’età del ferro nell’isola. Viene identificata con l’antica Hybla, un regno siculo che dal XIII al VIII sec a.C. si estendeva dalla valle dell’Anapo a Siracusa.

Galleria Fotografica