il Carnevale di Fano viene da molto lontano: lo storico Vincenzo Nolfi lo fa risalire alla riconciliazione delle due famiglie fanesi ricordate da Dante nella " Divina Commedia", i Del Cassero e i Da Carignano. Sempre il Nolfi , che scriveva ai primi del Seicento, ricorda che per tutto il periodo Malatestiano che si concluse nel 1463, a Fano la più nutrita sequenza di pubblici divertimenti era riservata alla "settimana grassa", ultima del carnevale dove accanto a manifestazioni tradizionali come le corse dei palii con cavalli ed asini, avevano luogo manifestazioni e gare assolutamente originali e che non trovavano corrispondenze con quelle di altre città, come la corrida con il maiale al posto del toro ed il singolare " gioco delle trippe" in cui i contendenti macellatori e piazzari o bottegai di piazza, si scambiavano colpi su colpi usando come arma le trippe degli animali macellati per poi incoronare il vincitore, l’unico contendente rimasto in piedi. il primo documento, riguardante il Carnevale di Fano, è comunque del 1347 ed è una nota spese di un certo Polo, figliolo de Cicole de Messer Piero del Gatto presentata al Comune per l’allestimento del "palio del carnevale". Nello stesso documento si trova: " El giucho de charnevale" ed, in un documento del 1359: "Ludi carnisprivi" e " giuco del carnasciale" più grafie per uno stesso rito: il Carnevale. Se dunque Fano festeggia i suoi riti carnevaleschi dal 1300 non si può che concludere che, tra i carnevali ancora viventi quello di Fano è il più antico, un vanto per la città e per l’intera Regione Marche. Il Carnevale di Fano ha quindi una storia e una tradizione che poche altre città in Italia e nel mondo possono vantare. Oggi il Carnevale di Fano si festeggia con carri allegorici, maschere e costumi, e la festa si conclude con uno straordinario spettacolo pirotecnico, mentre i carri girano illuminati. Li stessi percorrono varie volte lo stesso viale, durante il quale vengono lanciati numerosi dolciumi, da cui appunto lo slogan che dice: "Bello da vedere e Dolce da Gustare". Una particolarità del Carnevale di Fano è la presenza del gruppo folkloristico Musica Arabita (termine dialettale che indica arrabbiata). E’ una singolare Banda musicale, nata nel 1923 da un gruppo di mattacchioni fanesi, che amava organizzare allegre serate al suono di fisarmoniche, campanacci, barattoli di latta, caffettiere, brocche, ombrelli, bottiglie e bidoni, in un’ allegra parodia delle orchestre di altro livello.La Musica Arabita è nata di Carnevale e di Carnevale si alimenta; è un esempio della genialità e dell’ umorismo degli artisti fanesi. Di essa si sono interessati scrittori ed artisti: Curzio Malaparte scrisse che mai aveva udito una musica simile a questa, Guido Piovene nel suo "Viaggio in Italia" parlò addirittura di jazz italiano.