Dumenza e i suoi Paesaggi

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Dumenza e i suoi Paesaggi

Dumenza

Paesaggi e punti panoramici

Dumenza (Duménsa in dialetto varesotto) è un comune italiano di 1.463 abitanti della provincia di Varese in Lombardia. È costituito dalle frazioni di Runo, Due Cossani, Stivigliano, Trezzino, Vignone e Torbera e da altre diverse località. Il territorio è attraversato dal rio Colmegnino, che nasce in località Regordallo (Due Cossani) dal monte Colmegnino e si getta nel Lago Maggiore a livello della frazione Colmegna di Luino. La valle così scavata prende però il nome di Val Dumentina (anche chiamata valle Smeralda per i suoi colori verdeggianti). A nord del Colmegnino si staglia il Monte Lema, che coi suoi 1624 metri s.l.m. è un’ottima vetta panoramica, la più alta del Luinese, servito da una funivia sul lato svizzero, da Miglieglia. Dumenza infatti confina con la Svizzera e ospita un valico pedonale in località Palone (Dumenza). A nord, invece, confina con la Val Veddasca, alla quale si accede proseguendo lungo la strada provinciale 6. La torre campanaria della chiesa di San Giorgio, a Runo, pare avesse avuto ruolo militare nel periodo precedente il mille, durante le diverse invasioni barbariche: la strada, infatti, che da Varese portava a Luino e poi a Dumenza, era l’unica che accedeva a Bellinzona, non esistendo il lungo lago (il lago Maggiore allora arrivava a Bellinzona). Probabilmente faceva parte di un sistema di torri lungo queste valli, delle quali quella di Runo è l’unica superstite. Due mensole in pietra ornate da facce umane, trovate dal parroco Parapini nella chiesa, datano 909. Ora si trovano alla base della torre. Ma queste contrade sono già citate in un documento del 700 che testimonia come re Liutprando fece dono delle terre della Valtravaglia al monastero di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia. In direzione di Astano, poco sopra la frazione di Trezzino, alla fine della Via Crucis, sorge il Santuario della Beata Vergine Assunta (Trezzino); qui eran sorte dopo la peste del 1348 una prima chiesetta annessa alla casa filiale delle monache Umiliate o Benedettine del Lentasio[4] in Milano, ma solo agli inizi del Cinquecento, dopo un’epidemia di peste, si pose mano alla costruzione dell’attuale edificio in seguito alla visione avuta da una povera pastorella sordomuta che poi riacquistò la parola. Ancora nel 1798 un certo Francesco Zanetti di Astano, storpio, venne risanato. Ogni festa dell’Assunta, fino alla metà del Novecento, da Dumenza e da Astano partivano le processioni devozionali. All’interno della chiesa, attribuito ad un certo de Trezzo, si può ammirare l’affresco della Beata Vergine posto sopra l’altar maggiore. Nella sua frazione di Runo è nato il celebre pittore Bernardino Luini, allievo di Leonardo da Vinci: il cognome autentico "degli Scappi" è stato soppiantato. Nato qualche anno dopo, un suo parente, Bartolomeo degli Scappi a Roma nella prima metà del Cinquecento divenne cuoco insigne al servizio di ben tre papi, "il Michelangelo della cucina"; la sua memoria e i suoi celebri piatti gastronomici sono perpetuati dalla famiglia Pelandella nel ristorante "Smeraldo" ove spesso convenivano gli scrittori Giuseppe Prezzolini e Piero Chiara da veri buongustai ed accaniti giocatori di carte. Runo è il luogo d’origine dei vari rami della famiglia Trezzini sciamati verso le finitime località svizzere di Sessa, Lanera, e Astano dove nacque il celebre architetto e urbanista Domenico Trezzini, nel 1703 incaricato dallo zar Pietro il Grande di edificare la sua nuova capitale russa sulle rive della Neva: San Pietroburgo. A Dumenza nacque, altresì, l’8 ottobre 1881, Vincenzo Peruggia, il pittore decoratore, divenuto celebre per aver rubato la notte tra il 20 e il 21 agosto del 1911 la Gioconda[5]. Altro bravo pittore frescante di stile neoclassico, originario di Runo è Raffaele Casnedi, attivo a Milano, nel Santuario dell’Addolorata di Rho (MI) e alla "Villa Carlotta" a Tremezzo sul lago di Como. Nella frazione molte case recano interessanti affreschi, tra cui uno in particolare che in dialetto svela i segreti del frescante.

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