Militello in Val di Catania (7953 abitanti), già in Val di Noto, è un centro agricolo della provincia etnea. Sorge sulle propaggini nord-orientali degli Iblei ad un’altitudine di 422 m. L’origine romana dell’attuale abitato è ancora da dimostrare. Secondo Don Pietro Carrera, erudito militellese del XVII secolo, alcuni soldati del console Marcello, colpiti dalla pestilenza scoppiata durante l’assedio di Siracusa (214 a.C.), attratti dalla salubrità dell’aria e dall’amenità dei luoghi, si stabilirono sul colle chiamato "Militellus" ovvero "Militum Tellus" (terra di soldati). In realtà, sembra che il primo nucleo urbano sia sorto in età bizantiniana. Il territorio di Militello è disseminato non solo di siti preistorici, ma anche di necropoli databili tra il V e il II secolo a.C. Dopo il periodo arabo, comincia la storia documentata della città che già in epoca medievale assume notevole rilievo come centro fortificato. Signori di Militello, che rimase feudale fino a tutto il XVIII secolo, furono i Barresi (1308-1567) e i Branciforte (1567-1812). nel corso dei secoli, Militello divenne in importante centro religioso (24 chiese e 9 conventi) e culturale, arricchendosi di chiese, monasteri, palazzi, e raggiungendo l’apice della fioritura culturale ed artistica nel primo ventennio del ‘600, quando fu retta da Don Francesco Branciforte e Donna Giovanna d’Austria, figlia del vincitore di Lepanto. Distrutta dal terremoto del 1693, Militello fu ricostruita sviluppando le direttrici dell’espansione seicentesca, arricchendosi di nuove opere monumentali. Tra le chiese e i monasteri scampati al sisma si ricordano l’Abbazia di "S. Benedetto" (XVII sec.) e l’oratorio della Madonna ella Catena (XVI sec.). Ben altra sorte toccò alla chiesa della "Madonna della Stella la Vetere" e alla Matrice di "S. Nicolò" (intitolata nel 1788, anche, al "SS. Salvatore") distrutta nel 1693 e riedificate nel XVIII secolo a nord dell’antico abitato. Lo stile tardo-barocco di queste due chiese è valso a Militello l’iscrizione (2002) nella lista UNESCO. Notevole è il patrimonio di arredi sacri, paramenti e pale provenienti da queste chiese e da quelle filiali, sì da promuovere l’allestimento del Museo "S. Nicolò" e del Tesoro di "S. Maria": ricordiamo inoltre il Museo Civico "S. Guzzone" e la Casa Museo di Arte Contemporanea "Antonio Cannata". Le stagioni sono tradizionalmente scandite dalle manifestazioni religiose: in primavera i riti della Settimana Santa.