Abbazia di San Salvatore

Home > Meraviglie > Abbazia di San Salvatore
Condividi:

Abbazia di San Salvatore

Abbadia San Salvatore

Siti Culturali

L’abbazia di San Salvatore è l’edificio sacro che dà il nome al comune di Abbadia San Salvatore. La tradizione vuole che il complesso benedettino, attestato dal 762, sia stato fondato dal duca longobardo Ratchis. L’abbazia ebbe il periodo di maggiore splendore dal X al XII secolo; nel 1782 fu soppressa e la chiesa ridotta a parrocchiale. La chiesa, risalente al 1035, presenta una facciata a capanna alta e stretta, affiancata da due torrioni, quello di destra incompiuto e l’altro merlato. L’aspetto attuale è in parte il risultato di restauri degli anni trenta del Novecento. L’interno, a croce latina, conserva un Crocifisso ligneo policromato della fine del XII secolo, la Leggenda del duca Ratchis (1652-1653) e il Martirio di San Bartolomeo (1694), entrambi di Francesco Nasini. Nell’abside, bel coro a intagli del secolo XV. La cripta, sotto la crociera è caratterizzata dalla presenza di trentadue colonne con capitelli, ognuno decorato con un motivo diverso come sono diverse tra loro anche le colonne. Risale ad epoca precedente la costruzione della chiesa, forse al secolo VIII. Ritornati in chiesa, da una porta a sinistra si esce nel chiostro cinto da portico della prima metà del 1600, tra i pochi resti dell’antico monastero. Da qui, una scala in ferro conduce a due ambienti dove è stato di recente allestito un piccolo museo, che raccoglie importanti manufatti provenienti dall’Abbazia e dalla Madonna del Castagno:cofanetto-reliquiario di ambito scoto-irlandese del secolo VIII; busto-reliquiario della testa di San Marco Papa, datato 1381 e attribuito a Mariano d’Angolo Romanelli; la grande casula di San Marco Papa, sciamito orientale databile tra il secolo VIII e IX; bordo istoriato, tessuto sassanide risalente al VII-X secolo; pavimento in maiolica policroma di manifattura senese-viterbese dell’ultimo quarto del XV secolo. L’abbazia ha ospitato per quasi mille anni il Codex Amiatinus. Una preziosa miniatura decorativa della Bibbia amiatina, alla cui stesura non furono estranei gli amanuensi del monastero, che la conservarono gelosamente fino alla data del suo trasferimento obbligato alla Laurenziana di Firenze, e oggi ritornata all’Abbadia in copia restaurata. La struttura imponente del codice, la veneranda età, il pregio delle grandi miniature (celeberrima quella raffigurante Esdra che salva i libri della Bibbia) hanno imposto una rigorosa conservazione del codice, e ancora oggi si presenta in ottime condizioni. Queste stesse caratteristiche hanno però reso difficile la consultazione, l’esposizione e la realizzazione di una copia fedele. Con l’evoluzione delle tecniche e la collaborazione di diversi soggetti pubblici e privati si è oggi potuto ricavare una serie di "copie" della Bibbia Amiatina che rispondono alle varie esigenze della conoscenza e della ricerca. Il busto reliquiario di san Marco papa, contenente il capo del santo, rifinito con medaglioni dorati di incerta provenienza, uno dei tesori d’arte conservati nell’abbazia.

Galleria Fotografica